mercoledì 30 gennaio 2013

30 Gennaio 1948 : moriva il Mahatma Gandhi assassinato

Il 30 Gennaio del 1948 moriva il Mahatma Gandhi assassinato. L'articolo che segue pubblicato sulla pagina di Guida India approfondisce le vicende legate al suo assassinio e quelle che erano le sue utlime intenzioni.
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L'assassinio di Gandhi PDF Stampa E-mail
L'Arte, la storia e la cultura - Cenni di Storia
Il 30 Gennaio 1948 il Mahatma Gandhi veniva assassinato da Nathuram Godse. Ma la verità su quell'orrendo crimine non è stata ancora del tutto approfondita. Rajinder Puri ha ripercorso per OutlookIndia quei giorni, ponendo alcuni inquietanti interrogativi.
Gandhi, i funeraliIl 30 Gennaio 1948 il Mahatma Gandhi venne assassinato da Nathuram Godse in complicità con Narayan Apte: entrambi verranno poi condannati a morte ed impiccati l'anno seguente. Induisti nazionalisti, ritenevano Gandhi responsabile di intollerabili cedimenti nei confronti del Pakistan a causa delle compensazioni economiche stabilite con la Partition, per il pagamento delle quali da parte dell'India Gandhi aveva compiuto uno sciopero della fame a oltranza; credevano inoltre che la filosofia non-violenta gandhiana avrebbe inesorabilmente finito per indebolire il Paese fino a portarlo a completa rovina. 
I due erano giunti indisturbati a Delhi da Bombay via Gwalior mentre, secondo quanto riportato, la polizia teneva invece sotto controllo i movimenti di altri elementi segnalati per possesso illegale di armi e che risultarono poi effettivamente far parte del gruppo dei cospiratori. Le autorità dovevano essere dunque a conoscenza della minaccia che incombeva su Gandhi, considerato anche che diversi tentativi di ucciderlo erano già andati a vuoto. All'epoca, nonostante l'avvenuta dichiarazione d'Indipendenza, l'amministrazione indiana rimaneva ancora sotto controllo britannico attraverso ufficiali inglesi collocati nei posti chiave, con Lord Mountbatten che manteneva la carica di Governatore Generale e il generale Boucher quella di Comandante in capo dell'Esercito.
Il controllo britannico risulta evidente anche da alcuni documenti custoditi presso l'Archivio Mountbatten, nei quali l'allora ministro degli Interni, Sardar Patel, si lamenta ripetutamente col Governatore a proposito del fatto che polizia ed esercito fomentassero gli scontri tra civili, anzichè sedarli. Evidentemente, al momento dell'assassinio di Gandhi, Patel risultava totalmente desautorato, dunque. Ma come si svolsero i fatti ?
Il 3 Giugno del 1947 il Congress Working Committee, centro del potere dell'India in via di liberazione, approvò la risoluzione che prevedeva la Partizione dell'India, la costituzione cioè di due Stati indipendenti su base religiosa: India e Pakistan occidentale e orientale ( regione che dal 1971 diverrà indipendente a sua volta col nome di Bangladesh).
Alla firma della risoluzione seguirono forti tensioni civili, ma non si verificarono ancora i tumulti che segneranno poi specialmente il Punjab, la regione più direttamente ed arbitrariamente colpita dalla divisione. Gandhi, contrario, non partecipò alla firma della risoluzione e anzi, scelse proprio quel giorno per osservare il suo noto periodico voto di silenzio, maun vrat. Si era sentito isolato ed era amareggiato. Lord Mountbatten gli fece però quel giorno personalmente visita, informandolo della avvenuta firma e delle sue speranze riguardo al fatto che Gandhi non avrebbe comunque osteggiato pubblicamente la Partition, prevista dal Mountbatten Plan, la sua risoluzione. Gandhi gli rispose scrivendo su un foglietto: Vi ho forse mai osteggiato? Mountbatten conservò quel biglietto, annotando nelle sue carte che però, il fatto che Gandhi avesse deciso di osservare voto di silenzio proprio in una data così cruciale, lo aveva sorpreso molto.
A partire dal momento in cui l'India divenne effettivamente indipendente, il 15 Agosto del 1947, l'amarezza di Gandhi si fece sempre più profonda. I tumulti che seguirono la Partizione si intensificarono fino a provocare il più grande esodo della Storia. Figure di primo piano del movimento di Liberazione, che come altri milioni di cittadini di religione induista avevano deciso di rimanere comunque in Pakistan, vennero obbligati con la forza a partire, circa un milione di persone vennero massacrate a sangue freddo in entrambe le due nazioni, mentre polizia ed esercito stavano a guardare. Oltre 10 milioni di persone abbandonarono le loro case per rifugiarsi in terre ignote come profughi. Il malessere di Gandhi aumentò, comprendendo forse l'enormità compiuta nel non aver effettivamente mai osteggiato Mountbatten e la sua Partizione: cominciò dunque a pianificare come porvi rimedio.
I servizi segreti, che all'epoca vigilavano su tutte le attività che si svolgevano alla Birla House di Delhi, dove Gandhi risiedeva ospite dei noti industriali e dove verrà ucciso, erano al corrente sin dal principio della sua opposizione rispetto alla Partition, ed era stato proprio per quel motivo che avevano sollecitato Mountbatten affinchè esortasse il Mahatma a non schierarsi pubblicamente contro la risoluzione. Ma Gandhi sapeva già da sé che ormai, a cose fatte, una sua presa di posizione avrebbe danneggiato seriamente Nehru e Patel, sue creature e discepoli; decise quindi di perseguire il suo scopo per altra via: selezionò 50 famiglie di profughi punjabi e mise a punto un piano per raggiungere Lahore, dove stabilirsi con loro allo scopo di creare una comunità che fosse un esempio di pace ed armonia tra i due Stati. Comunicò per iscritto il suo desiderio di trasferirsi in Pakistan a Jinnah - neo primo ministro pakistano e combattente per la liberazione - il quale accolse la notizia con entusiasmo, rispondendo a Bapu che lo attendeva al più presto a Karachi. Ma Gandhi aveva già deciso per Lahore, città che nelle sue intenzioni avrebbe raggiunto via terra, accompagnato dalle 50 famiglie prescelte lungo la stessa rotta percorsa dai profughi, avendo anche già fissato la data di partenza: 14 febbraio 1948. Non partirà mai.
Gandhi se lo aspettava? Il giorno stesso del suo assassinio aveva fatto testamento. Se fosse riuscito a portare a termine il suo piano stabilendosi in Pakistan, Lord Mountbatten si sarebbe trovato in serie difficoltà, così come anche Nehru e Patel, perchè è sicuro che poi il Mahatma avrebbe lavorato strenuamente e pubblicamente per la riconciliazione tra le due nazioni.
Sorprendentemente, gli storici non fanno però quasi mai accenno a quelle sue ultime, storiche intenzioni. Perchè? Forse perchè il suo assassinio le fece convenientemente naufragare?


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