martedì 26 marzo 2013

Il colorato Festival degli Elefanti di Jaipur

La Festa degli Elefanti è uno degli eventi più importanti di Jaipur, la capitale dello stato del Rajasthan, in India. L'elefante è un animale considerato di enorme importanza nella mitologia indù; non a caso lo stesso dio Ganesh è rappresentato con la testa di elefante. Inoltre, veniva usato dai Maharaja per gli spostamenti e anche in guerra.
Il popolarissimo Festival degli Elefanti, che tradizionalmente accompagna le celebrazioni di Holi nella capitale rajasthana, ha luogo il giorno prima della festa vera e propria, con danze, parate lungo la città vecchia.
 I pachidermi, per lo più femmine, vengono decorati con grande sfarzo e creatività e sfilano per le vie della città, partecipando anche a una specie di concorso di bellezza.
L'elefante più bello vince un premio e diventa il re o la regina della

Holi-La Festa dei Colori

Holi nota anche come festa dei colori  è una festività  particolarmente amata, celebrata al Nord con estremo entusiasmo popolare,  mentre al Sud mantiene connotazioni primariamente rituali e religiose. Ma anche nello stesso Settentrione indiano, da Est a Ovest, esistono molte maniere di celebrarlo.
E' la festa più colorata e infatti celebra tra l'altro l'arrivo della primavera e di tutti i suoi colori.
La Festa dell’Holi, è una delle feste più antiche della mitologia indù, viene celebrata il giorno successivo alla prima notte di luna piena (Dhulhendi) nel mese di Phalgun o Phalguna che nel calendario gregoriano cade tra la fine di febbraio ed il mese di marzo, segnando l’inizio del mese Chaitra. La festa  rappresenta anche la gioiosa danza e i giochi del dio Krishna e delle gopi (mandriane) quando egli lancia su di loro le polveri colorate. E ancora oggi nel nord India tutti si trovano nelle piazze, cantando, ballando e suonando rumorosamente e lanciandosi addosso polveri colorate.
Nelle città maggiormente legate al ricordo di Krishna, Mathura e Vrindavan, la festa comincia addirittura 40 giorni prima della data canonica, quando artisti e devoti provenienti da tutta la nazione cominciano a riunirsi per esibirsi nelle rappresentazioni delle avventure e degli amori di Krishna con le gopi, le allegre pastorelle, e la fedele Radha.
 Letteralmente però, la parola Holi, significa “bruciare” ed è ispirata alla leggenda di Holika e Prahlad. La Storia di Prahlad simboleggia la vittoria del bene sul male ed è per questo motivo che tradizionalmente vegono fatti falò vengon ad Holi.
Prahlad era un principe. Suo padre, il Re voleva che tutti nel suo Regno lo venerassero. Ma Prahlad si rifiutò e invece venerò Vishnu. La sorella del Re, Holika, che si supponeva fosse immune dal fuoco, indusse con l'inganno suo nipote Prahlad nel sedersi sul suo grembo in un falò al fine di distruggerlo. Ma siccome lei stava usando i suoi poteri per scopi malefici , il piano fallì e Prahlad emarse dal fuoco incolume, mentre Holika fu divorata dalle fiamme.
 Ogni anno durante la notte di luna piena, vigilia della festa dell’Holi, vengono accesi enormi falò, per rievocare questo mitologico evento ed annientare con il potere del fuoco, gli spiriti del male.  La mattina dopo, quando i tizzoni sono freddi, vengono venerate le ceneri sacre e su di esse vengono sparse polveri e acqua colorate a simboleggiare l'arrivo della primavera.


Immagini tatte da Internet.
A questo indirizzi potrete vedere altre bellissime foto:

lunedì 25 marzo 2013

Dum Aloo nello stile Kashmiri - Patate cucinate nello stile Kashmiri

Guardando questa ricetta viene subito voglia di mangiarle queste buonissime patate cucinate nello stile Kashmiri. Ecco il link:http://www.youtube.com/watch?v=evpomtCO0mk
Questi sono gli ingredienti: Coriandolo in polvere, zenzero in polvere, finocchietto in polvere, semi di cumino e garam masala( una miscela di vari tipi di spezie). Poi ancora Yogurt bianco per cucinare, sale, foglie di coriandolo, curcuma, aglio, peperoncino in polvere o paprika (per chi non ama troppo il piccante) e patate di  taglia molto piccola, (patate novelle,baby potatoes :)) , bollite o cotte anche diversamente (volendo si possono anche cuocere in padella con poco olio extravergine, tagliate a cubetti e coperte con un coperchio, fino a che non sono ben cotte)

Procedimento: Mettere in una padella dai bordi alti l'olio, un cucchiao (C) di garam masala e uno di semi di cumino e far soffriggere il tutto. Nel frattempo riempite una ciotolina di media grandezza con l'acqua e aggiungete un C di coriandolo in polvere, un C di finocchietto in polvere, un cucchiaino (c) di zenzero in polvere, un c di peperoncino in polvere o di paprika, mescolare bene il tutto. Aggiungere nella padella l'aglio tritato (uno è sufficiente), un pizzico di curcuma e poi aggiungere il composto precedentemente preparato nella ciotolina. Mescolare bene, mettere lo yogurt bianco, mescolare ancora e poi aggiungere le patate, salare e aggiungere all' incirca mezza  tazza di acqua tiepida( se le patate non sono ancora ben cotte)e le foglie di coriandolo.  Far cuocere il tutto per una decina di minuti.
Gnammi gnammii :)

giovedì 21 marzo 2013

I figli della mezzanotte dal 28 Marzo nelle sale italiane :)

Il 28 settembre esce, finalmente, anche in Italia il film della regista indiana, ora residente in Canada, Deepa Mehta. Il film è tratto dall' omonimo romanzo di Salman Rushdie, scrittore indiano neutralizzato britannico, uno dei capostipiti della letteratura indiana in lingua inglese, la letteratura  dei cosidetti NRI (Not Resident Indian).
Di seguito vi propongo un' intervista realizzata dal quotidiano La Repubblica a Salman Rushdie che parla del film in uscita, del suo ruolo di sceneggiatore, del libro da cui è tratto e delle sue fonti di ispirazione e poi  continua parlando dei suoi progetti futuri.
Buona lettura e mi raccomando andate a vedere questo film :)

http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2013/03/18/il-cinema-di-rushdie-io-gangster-in.html?ref=search :

ROMA Salman Rushdie ha le gote arrossate, una giacca scozzese troppo grande e l' aria serena. Accompagna I figli della mezzanotte, che è diventato un film (in sala il 28 marzo per Videa) di cui ha scritto la sceneggiatura. Una storia epica e magica in cui le esistenze di giovani nati nella mezzanotte del 15 agosto 1947 (quando l' India dichiara la sua indipendenza dalla Gran Bretagna) s' intrecciano con la grande Storia. «Molti miei libri sono un atto d' amore per l' India, ma questo l' ho scritto quando ero giovane e alla ricerca di me stesso e del rapporto con le mie origini. Sì, è stato scritto con passione, la stessa con cui ho fatto il film». Perché proprio ora? «Dopo qualche tentativo fallito avevo rinunciato. Poi, durante una cena a Toronto con la regista Deepa Mehta lei mi chiede "Chi ha i diritti perI figli della mezzanotte ?" Rispondo: "Io". E lei: "Posso farlo?". Così abbiamo iniziato. Com' è stato trasformare il libro in sceneggiatura? «Ho potuto farlo solo perché l' avevo scritto trent' anni fa. Avevo la giusta distanza, da vecchio scrittore che guarda al giovane se stesso. È stato come rivisitare me stesso da un altro punto della vita». Il film punta sul realismo magico. «Quando scrissi il libro ero influenzato da Fellini, da film come I vitelloni e Amarcord, da quel suo prendere vite ordinarie rendendole quasi mitologiche. Deepa invece ha pensato a Ugetsu di Mizoguchi, in cui la donna fantasma si comporta come una persona reale. Cosìi nostrii figli della mezzanotte appaiono e scompaiono, ma quando sono presenti sono reali». Le recensioni del film sono state miste. «Sì. Non è un film perfetto ma non poteva essere fatto meglio. E il pubblico ha reagito bene ovunque. Nelle città indiane è tutto esaurito da gennaio. All' anteprima al festival di Kerala nella scena in cui finisce la fase repressiva di Indira Gandhi e la mia voce narrante dice che "l' emergenza è finita" il pubblico ha festeggiato. In Pakistan il film nonè uscito: lì non pubblicano niente di mio. O di nessun altro». Quando è nato il suo amore per il cinema? «Sono cresciuto a Bombay che è la capitale del cinema. Da bimbo avevo due zie attrici e uno zio sceneggiatore. Allora il cinema occidentale era più presente di oggi, ogni studio hollywoodiano aveva la propria sala, vedevamo i film in contemporanea con l' Occidente.E poi da universitario in Inghilterra a fine anni Sessanta ho vissuto un momento i cui ogni settimana usciva un capolavoro francese, italiano, giapponese». Il cinema ha influenzato la sua scrittura? «Almeno quanto la letteratura. Satyajit Ray, Fellini, Buñuel. E Godard: in sala ridevo ai suoi film più divertenti e venivo zittito da cineasti seriosi. Ho sempre amato il cinema. Ho scritto un libro su Il Mago di Oz, ho lavorato come produttore, sono nell' organizzazione del festival di Telluride. Ora che ci penso è strano fare il mio primo film a sessantacinque anni». Continuerà? «Non adatterò più un mio libro. Ma vorrei scrivere una sceneggiatura originale. Se trovo il regista giusto...». Il suo libro biografico Joseph Anton? «Ci sono due grandi produzioni che vogliono seriamente fare il film della mia vita. Ma stavolta non voglio essere coinvolto. Ho speso gli ultimi quattro anni a fare l' autobiografia e il mio film. Ora devo pensare ad altro, e voglio decisamente uscire da me stesso. Sono in fase di gestazione, è quella più creativa. Sarà un romanzo, perché dal 2007 non scrivo un romanzo per adulti». E la carriera da attore? «Mi piacerebbe. In Bridget Jones ho fatto una versione comica di me stesso, ma lo puoi fare solo una volta. Se mi chiamasse Tarantino andrei di corsa: lo adoro. Deepa ha scritto un divertente gangster film ambientato nella grande comunità sikh in Canada. La mafia sikh: droga, estorsione, prostituzione, le solite cose. Una guerra tra due capimafia indiani a Vancouver: uno è bello e giovane come una star di Bollywood, l' altro è bastardo diabolico, un padrino alla Marlon Brando. Io faccio il vecchio bastardo». Ora che gira liberamente, che bilancio fa di quel periodo drammatico della fatwa? «Per il mondo dell' arte la condanna a morte di uno scrittore è stato un grande shock. Ma una delle cose straordinarie che ha prodotto è che ha lavorato con molta potenza sulle menti di altri artisti». E dal punto di vista personale? «Ho imparato molto. Ho incontrato i grandi leader della terra. Anche se sei in una terribile situazione quando sei uno scrittore c' è una piccola voce dentro di te che ti dice "guarda che questa è una fantastica situazione, ricordatela".E poi ho capito che da solo non ce l' avrei fatta, ne sono uscito perché con me erano in tanti: parenti, amici, editori, traduttori, lettori. C' è stata una battaglia dell' amore contro l' odioe la notiziaè che le forze del male non hanno vinto». In quel periodo è nata la sua amicizia con Umberto Eco. «Fu dolcissimo. Avevo stroncato il suo Pendolo di Focault. Ci conoscemmo a un meeting a Parigi. Mi venne incontro a braccia aperte "sono bullshit Eco". Siamo diventati amici io, lui e Vargas Llosa. Eco ci ha battezzato i tre moschettieri. Perché io avevo stroncato Eco, Umberto aveva criticato Mario perché era di destra, Llosa aveva criticato me perché troppo di sinistra. Siamo diventati un trio inseparabile». E qual è il suo ricordo migliore di Hollywood? «Il ricordo più bello è anche quello che ha stroncato un mio futuro con l' Academy. Alla festa del dopo Oscar in cui fu premiato Robert Altman alla carriera, lo vidi in un angolo, con la statuetta in mano, stanco e sperduto. Andai da lui e gli dissi: "Bob, posso tenerti l' Oscar?". E lui: "Porta male: se prendi l' Oscar di un altro non lo vincerai mai". Io dissi "Vabbè, dammelo lo stesso", e lo presi. Era molto pesante».

martedì 19 marzo 2013

I maestri della musica classica indiana

Per approfondire la conoscenza della musica classica indiana consiglio la visione di questo video sui maestri della musica classica indiana e su alcuni degli strumenti principali di questo tipo di musica .
Ovviamente vedete anche la seconda parte che trovate su youtube;)

Il primo bacio di Sharukh Khan e il bacio nella tradizione indiana


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Vi segnalo questo articolo sul bacio nella cultura indiana e sulle possibili implicazioni del primo bacio dato sul set da Sharukh Khan, uno degli attori più famosi del cinema Bollywoodiano. Questo articolo è stato pubblicato da  :http://www.guidaindia.com/index.php?option=com_content&view=article&id=2663:il-ritorno-del-bacio&catid=49:indiacambia&Itemid=62.
Liberamente tratto e tradotto dal Times of India.

Il ritorno del bacio

Baciarsi, per non parlare poi di farlo in pubblico, ha costituito negli ultimi secoli un tabù, in India. Ma forse le cose stanno cambiando.
Si dice che la prima descrizione di un bacio appassionato della storia della letteratura compaia nel Mahabaratha; l'articolato catalogo di baci incluso poi nel celeberrimo KamaSutra testimonia con certezza la diffusione della pratica in determinati contesti indiani, ma studi antropologici condotti sui comportamenti asiatici hanno evidenziato come baciarsi, in realtà, non fosse affatto un'usanza universale e come addirittura fosse considerato da molte società come un atto sconveniente, secondo la professoressa Elaine Hatfield, docente di Psicologia dell'Università delle Hawaii.
Il dott. Sanjay Sristava, del dipartimento di Sociologia dell'Università di Delhi, commenta: "Fino a poco tempo fa, baciarsi era visto come un'usanza occidentale, una cosa che gli Indiani non fanno. Ma le cose oggi stanno cambiando". La maggioranza dei matrimoni indiani è ancora combinata e dunque qualunque manifestazione d'affetto tra persone non sposate è fortemente scoraggiata dalla società; così finisce che anche dopo il matrimonio i coniugi indiani evitino di manifestare il loro amore, almeno in pubblico, e per pubblico si intende anche i familiari più stretti. E' infatti difficile che gli Indiani vedano mai nel corso della loro intera vita nemmeno i propri genitori scambiarsi tenerezze, insomma. Perchè la castità è sempre un valore altamente considerato, in India, e ciò porta a guardare tutte le espressioni amorose, siano esse fisiche o verbali, con sospetto." Io non dico mai a mia moglie che l'amo - conferma il professor Kallivayalil, presidente della Indian Psychiatric Society - Mio padre non mi ha mai detto di volermi bene in 88 anni di vita. Sono cose che noi Indiani non facciamo".
Tuttavia, studi recenti dimostrano come anche in India l'esotica pratica stia guadagnando in popolarità. Secondo un sondaggio condotto dal professor James Witte, del dipartimento di Sociologia della George Mason University della Virginia, oltre la metà del campione interpellato online in India tra giovani istruiti, anglofoni, residenti in zone urbane e con regolare accesso a Internet, ha dichiarato di baciare qualcuno più volte alla settimana. I dati mostrano come su 112 intervistati, il 24.1% abbia risposto addirittura di baciare appassionatamente più volte al giorno il proprio partner, anche se poi il 41.1% ammette di non abbandonarsi mai ad alcun tipo di effusione in pubblico. Solo sei anni fa una celebrità come Richard Gere fece scandalo per aver baciato sulla guancia in diretta l'attrice Shilpa Shetty durante una kermesse a favore della lotta all'AIDS, un'ingenuità che gli costò persino una denuncia, minacce e infinite polemiche.
Eppure un film ha recentemente segnato il cambio in corso nel panorama romantico indiano: Shah Rukh Khan, rubacuori bollywoodiano e star internazionale, ha tenuto col fiato sospeso il suo pubblico per anni in dozzine di film, portandosi sempre a millimetri di distanza dalle sue bellissime co-protagoniste senza però mai baciarne nessuna, come richiesto dall'occhiuta censura indiana, fino alla fine dell'anno scorso: in Jab Tak Hai Jaan, Shah Rukh ha infatti finalmente baciato Katrina Kaif, seppur castamente, attraversando il Rubicone culturale una volta per tutte. "E' stato un momento davvero importante - commenta il Dr. Srivastava - perchè Shah Rukh Khan marca i trends per il pubblico indiano: se lo fa lui, vuol dire che si può fare".
Certo, vedere gente che si bacia e si abbraccia per strada a Delhi o a Mumbai è ancora una cosa rarissima - anche perchè, in assenza di certificato di nozze in tasca, in teoria sarebbe vietato - ma le nuove generazioni urbane guardano molti più film occidentali di un tempo e pur senza imitarli in toto si faranno in un certo modo ispirare. Se il nuovo trend affettivo si consolidasse davvero tra i giovani, forse la frustrazione sessuale maschile ne potrebbe trarre giovamento e con essa, si spera, in prospettiva anche la sicurezza delle donne indiane.

sabato 16 marzo 2013

Bollywood compie 100 anni

Vi segnalo questo articolo pubblicato sulla pagina online dell' Espresso, dedicato al compleanno di Bollywood che compie 100 anni (nel 1913 viene realizzato il film mitologico Raja Harishchandra di Dhundiraj Govind Phalke ), in cui si possono trovare interessanti informazioni per gli amanti di Bollywood o per chi volesse approfondire questo tipo di cinema:
http://espresso.repubblica.it/dettaglio/buon-compleanno-bollywood/2202625//0 :

Buon compleanno Bollywood

di Rossana Campisi
La più ricca industria cinematografica del mondo, quella indiana, compie 100 anni. Ecco come sapere tutto, dalla rete ai festival cinematografici nel nostro Paese, dei film che appassionano milioni di indiani (e non solo)
(14 marzo 2013)
Non chiamateli musical. Almeno quest'anno che è la loro festa: i film di Bollywood compiono 100 anni. Una vita di storie d'amore quasi perfette, balletti, eroi. E grandi cifre: quella di Mumbai (ovvero l'ex Bombay, dove tutto è nato) è l'industria cinematografica più ricca del mondo. Produce oltre 1000 film all'anno (600 in più di Hollywood), stacca 23 milioni di biglietti al giorno nella sola India (solo quelli dichiarati) e 4 miliardi all'anno nel mondo (3 miliardi invece negli Usa), e paga gli attori con cifre che i divi di Hollywood si sognano.

Il segreto? I film di Bollywood (crasi delle parole Bombay e Hollywood) sono la cultura popolare, lo specchio del paese, un mix di tutti i generi (dal thriller alla commedia romantica) che soddisfa ogni tipo di pubblico: e per questo sono i più richiesti in patria (dal 90%) e fuori (tutto il sud del mondo conosce questi film e magari non quelli di Hollywood). Ma accanto a questa produzione in lingua hindi, esiste quella in lingua tamil (Kollywood) e telugu (Tollywood). Infine, va segnalato il filone del cinema d'autore (indipendente) nato intorno agli anni '50 e ispirato al neorealismo nostrano. «Quelli di Mumbai sono noti per lo schema fisso: la lunghezza (3 ore e mezza e anche più), un matrimonio negli ultimi tre minuti, la lotta dei giovani contro gli adulti (che non prevede rotture e fughe) e le sequenze musicali che segnano le tappe della trama e hanno origine nel teatro-danza antico. Questo schema è durato per dieci anni, ultimamente però i finanziamenti hanno dato libero sfogo alla creatività e si intravedono delle aperture verso modelli più occidentali» precisa Sabrina Ciolfi, indologa e ricercatrice presso l'Università statale di Milano.

Ogni compleanno che si rispetti ha comunque le sue celebrazioni. Mumbai poserà la prima pietra del World Class Bollywood Museum, un'enorme città del cinema progettata da Verner Kohnson. Cannes avrà come ospite d'onore del prossimo festival (15/26 maggio) l'India con la speciale rassegna Film Bazaar. Noi, per l'occasione, abbiamo voluto scovare luoghi e nomi per conoscere (e goderci) Bollywood rimanendo in Italia.

Il mondo della rete
E' tra i blog che è possibile trovare il meglio delle novità. Si va dai più specializzati (cinehindi.blogspot.it, forum.bollywooditalia.com e http://www.bollywoodhadippa.altervista.org) a quelli che danno spazio alle relazioni culturali tra Italia e India, incluso il cinema: awaraghi.blogspot.it/ (in hindi significa "chiacchiere tra amici), gestito da un indiano che fa base a Bologna; italyindia.org (associazione di cultori e appassionati); indit360.com, aperto lo scorso gennaio da indiani e italiani con lo scopo di creare una comunità di "inditians"; e "Tutti Pazzi Per Shah Rukh Khan", uno dei blog dedicati a star bollywoodiane.

Il più letto nella rete è però milleorienti.com, il blog aperto quasi cinque anni fa da Marco Restelli, docente di cultura indiana all'Università statale di Milano, giornalista e viaggiatore da oltre 25 anni nell'Asia. Un punto di riferimento con oltre 500 blog censiti ed elencati. «In Italia Bollywood vive soprattutto nella rete dove si assiste a fitti scambi di film, dvd, consigli, forum. Purtroppo siamo l'unico paese al mondo che non compra film dall'India. Sarà che sono difficili da doppiare... In ogni caso è pazzesco se si pensa che ben 70 paesi sono invece importatori collaudati. Credo che perdiamo tanto: la commedia romantica, per esempio, quella che ormai Hollywood non sa fare più, è invece al centro della produzione indiana. Da un po' di anni però l'Italia è diventata una meta privilegiata per i cineasti indiani. Il primato in Europa è della Svizzera. Ma dopo la Spagna, anche noi stiamo diventando un set privilegiato. E non è da sottovalutare: gli indiani vanno nei luoghi che vedono nei film. Il cineturismo è fortissimo da quelle parti», afferma Restelli.

Tra i set
Se nei prossimi giorni vi troverete dalle parti di Palermo, Cefalù, Catania, Trapani e Taormina, potreste imbattervi nella troupe indiana alle prese con alcune scene di "Rocky": il primo film di Tollywood girato in Sicilia che uscirà a giugno in patria. Ad aiutarla (dai visti ai permessi, dai pasti rigorosamente indiani agli alberghi per l'alloggio) ci pensa Ivano Fucci, 27 anni, fondatore con Michele Saragoni di "Occhi di Ulisse", un'agenzia di consulenza e produzione con sede a Lucca che in due anni ha realizzato 16 film in Italia. Dalla Madonnina alle Alpi della Valle d'Aosta alle colline della Toscana. «Tutto è iniziato per caso. Volevo migliorare l'inglese e cercavo una meta low cost. Sono partito e mi sono innamorato del loro cinema al punto da dedicarci una tesi di laurea. Oggi siamo in 4 e lavoriamo tanto. Certo si potrebbe fare molto di più: l'Italia, rispetto alla Spagna, non crede in questa forma di promozione turistica. E' un peccato visto che dopo l'Inghilterra, l'Italia ospita la seconda comunità di indiani più grande d'Europa», afferma Fucci. Non è il solo: Giulia Salvadori ha reso Venezia e la Puglia, tra trulli e mare, un set gettonatissimo. In risposta, il turismo indiano da quelle parti è ad altissimi livelli.

Da un po' di anni però l'Italia è diventata una meta privilegiata per i cineasti indiani. Il primato in Europa è della Svizzera. Ma dopo la Spagna, anche noi stiamo diventando un set privilegiato. E non è da sottovalutare: gli indiani vanno nei luoghi che vedono nei film

venerdì 15 marzo 2013

Casò marò: aggiornamenti dall' Italia e dall'India

15/3/2013
Il Times of India titola "L'India si muove verso il declassamento  dei suo rapporti diplomatici con l'Italia". Sulla pagina online del quotidiano si legge che l'India sta declassando i suoi rapporti diplomatici con l'Italia, in seguito alla decisione, ritenuta inaccettabile da parte del governo indiano, di non far ritornare in India le due guardie navali.
Nel frattempo,  tutti i punti di uscita, inclusi gli aeroporti del paese sono stati allertati per prevenire che l'ambasciatore italiano, Daniele Mancini, lasci l'India.
 Martedi il governo ha annunciato la decisione di iniziare a revisionare l'intera gamma delle relazioni con l' Italia che include i legami diplomatici, commerciali e riguardanti la difesa e dall' altro lato mettendosi in comunicazione con l'Unione  Europea, che è stata informata sul punto di vista dell' India in questa questione. 
Sulla pagina online della Gazzetta del Sud si legge che l'attività dell'ambasciata d'Italia e dell'ambasciatore Daniele Mancini è assolutamente normale oggi a New Delhi. Lo ha appreso l'ANSA da fonti qualificate. Mancini è anche uscito in mattinata a bordo della sua auto con la bandierina dell'Italia per incontrare alcuni legali. Le stesse fonti hanno anche sottolineato che, pur nella delicata situazione creatasi attorno alla vicenda dei marò, l'attività di tutti i settori della rappresentanza italiana in India è normale e che continua anche il rilascio dei visti ai cittadini indiani. Si è appreso, infine, che durante l'incontro di ieri con i funzionari del ministero degli Esteri indiano l'ambasciatore Mancini non ha formulato alcun rilievo riguardante la limitazione della sua immunità diplomatica. 
Sulla pagina online della Repubblica, Natalino Ronzitti, docente di Diritto internazionale alla Luiss di Roma e consulente dell' Istituto affari internazionali spiega che "Limitare la libertà di movimento dell' ambasciatore italiano a Nuova Delhi è una grave violazione del diritto internazionale".
 
Da un punto di vista giuridico "non si può giustificare" la decisione del governo indiano di impedire che l'ambasciatore Daniele Mancini lasci il paese.
Egli continua spiegando che "non è possibile revocare l'immunità diplomatica garantita dall'articolo 29 della Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche, del 1961. I diplomatici hanno libertà di movimento e nessun atto di coercizione può essere esercitato nei loro confronti. Gli indiani potrebbero solo dichiarare l'ambasciatore persona non grata, intimandogli di lasciare il loro territorio" e continua dicendo che "L'intervento dell'India viola anche l'articolo 44 che, come tutte le immunità diplomatiche, ha la funzione di evitare che gli agenti diplomatici vengano ritenuti personalmente responsabili delle azioni dei rispettivi governi. Punta a evitare che gli agenti diplomatici siano presi in ostaggio nell'adempimento del proprio dovere. Anche in caso di conflitto armato lo Stato di accreditamento deve agevolare l'agente diplomatico che intenda lasciarne il territorio. Questo articolo si riferisce ai tempi di guerra, ma a maggior ragione vale ancora di più in assenza di un conflitto".